22 maggio 2025
Passando, Gesù vide un uomo cieco”. È appena scampato alla lapidazione, eppure Gesù non è distratto dalla preoccupazione per la propria vita; lo vede e si ferma presso di lui. Colpisce il contrasto tra l’attenzione di Gesù e la reazione dei discepoli: essi non vedono un uomo, ma la sua cecità come problema teologico, e subito interrogano Gesù “chi ha peccato, lui o i suoi genitori perché nascesse cieco?”. Questa domanda religiosa è un triste modo per evitare l’incontro con la realtà dolente di quell’uomo e sentirne compassione. E per non porsi l’altra domanda: ”Perché a lui, o a lei, e non a me?”. Se ci ponessimo questa domanda davanti alla sventura degli altri, non ci chiederemmo angosciati, quando il male cade su di noi o su chi amiamo: ”Perché proprio a me?”, come se l’esperienza ci avesse mostrato la giustizia della sventura.
Continua la lettura
21 maggio 2025
Gesù nel brano precedente ha parlato a lungo del suo rapporto con il Padre facendo anche riferimento alla sua morte ormai prossima, parole difficili da capire e da accettare, eppure il brano si conclude: “A queste parole molti credettero in lui”. Ed è a coloro che hanno creduto che ora si rivolge di nuovo Gesù.
Continua la lettura