Nelle mani degli uomini

Giovanni Frangi
Giovanni Frangi

27 settembre 2025

Dal Vangelo secondo Luca - Lc 9,43b-45 (Lezionario di Bose)

43bMentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: 44«Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». 45Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.


Il vangelo oggi, nella sua brevità, ci aiuta a cogliere la contraddizione radicale che esso è per il nostro modo di pensare, per chiamarci a cambiare mentalità e ad assumere il pensiero di Gesù.

Mentre tutti continuavano a meravigliarsi per le cose prodigiose, mai viste, che Gesù compiva e che mostravano in lui l’operare di Dio, Gesù chiede ai discepoli di fare molta attenzione all’annuncio che sta per fare loro. È come se Gesù gettasse acqua gelida sull’entusiasmo che i suoi discepoli condividevano con la folla: li chiama con insistenza alla fatica dell’attenzione per poter dire loro una cosa tremenda − che pure aveva già detto loro: “Il figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini” (v. 44) −. 

Lo stupore per la capacità di Gesù di guarire scacciando ogni demone e la meraviglia che suscita nella folla intorno a loro, rendono incomprensibile ai discepoli l’annuncio che Gesù fa, contemporaneamente, della sua passione, del suo essere consegnato nelle mani degli uomini.

Il vangelo ci narra che il potere sui demoni, ritenuti allora i responsabili di ogni malattia e infermità, cioè il potere di soccorrere, liberare, curare e guarire che Gesù ha appena mostrato, suscitando le lodi a Dio per le sue meraviglie, è inversamente proporzionale al potere sulle persone. Esercitare il potere sui demoni, e finire in potere degli uomini: due cose legate nella verità del vangelo, ma contrapposte nei nostri sogni idolatrici.

L’istinto umano ci fa pensare che alla potenza prodigiosa si creda e ci si inchini, grati, devoti e dipendenti. E invece no se in quella potenza non c’è inganno né seduzione, le menzogne dell’interesse personale; questo dice il nostro brano evangelico!

L’evangelista Luca ci aveva già avvertiti, e proprio nel primo incontro pubblico di Gesù, nella sua prima omelia sinagogale che tenne a Nazaret, la città della sua infanzia. Gli astanti con stupore avevano appena reso testimonianza alle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, quando, nel breve tempo di un’omelia, le persone presenti si rivoltarono contro di lui e cercarono di gettarlo dal precipizio.

Ecco perché Gesù esorta i suoi discepoli, ripetutamente e intensamente, a fare attenzione al suo annuncio così contrastante con il loro e nostro sentire; e il testo ripete altrettanto intensamente l’incomprensione dei discepoli, che è anche la nostra incomprensione, e ne dice anche il motivo: perché avevano paura di capire! 

E noi, nonostante la realtà e la Scrittura ce lo ripetano ogni giorno, spesso continuiamo a pensare il contrario. Nonostante chi faccia cose grandi e quasi miracolose non le faccia per sedurre perché non vuole avere, né ora né mai, alcun potere su altri, quel bene fatto non lo preserverà dall’essere odiato e perseguitato ingiustamente. Perché ciò che può preservarci dal cadere in mano agli uomini è solo usare il potere, piccolo o grande, su di loro, e non affatto soccorrerli, curarli e consolarli, in opere e parole.

Gesù che, spinto dalla compassione, ha e dà ai discepoli il potere sui demoni, diventa preda del potere degli uomini ai quali sarà consegnato. E ancora oggi chi, lo sappia o no, segue l’esempio di Gesù, può incorrere nello stesso rigetto e nella stessa consegna.

sorella Maria