“Ho visto il Signore!”

Giovanni Frangi
Giovanni Frangi

22 luglio 2025

Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 20,1-2.11-18 (Lezionario di Bose)

1 Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». 11Maria invece stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto». 14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. 15Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». 16Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». 17Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: «Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro»». 18Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.


Facciamo memoria oggi di Maria Maddalena, la “apostola degli apostoli, come la definisce San Tommaso d’Aquino. A lei per prima, infatti, è apparso il Signore Risorto, e lei per prima è inviata a portare agli apostoli l’annuncio: “Ho visto il Signore” (v. 18).

Il racconto del vangelo che la liturgia ci offre oggi si apre e si chi chiude con un “andare” di Maria: “Il primo giorno della settimana Maria di Magdala si recò al sepolcro di buon mattino” (v. 1) e “Maria di Magdala andò ad annunciare ai discepoli ‘Ho visto il Signore’” (v. 18). Uno stesso movimento, apparentemente, eppure come è diverso nei due casi…

Il primo movimento è canto funebre, il secondo inno alla Vita. Il primo movimento è tristezza e pianto, il secondo è gioia. Il primo è disperazione, il secondo speranza certa. Il primo è fede nella morte più forte della vita, il secondo fede nella Vita più forte della morte…

Maria si reca al sepolcro, quando ancora le tenebre esteriori e interiori avvolgono tutto. Va a piangere, questa ancora la sola possibilità che le resta per stare accanto a quel Maestro che ha tanto amato e che tanto la ha amata. Maria è una donna che ha sperimentato in sé la potenza dell’amore: originaria di Magdala, aveva conosciuto Gesù di Nazaret, e questo incontro le aveva radicalmente cambiato la vita. In Gesù questa donna aveva fatto esperienza di perdono e di amore profondissimi (da lei erano usciti sette demoni, ci dice Lc 8,2), che la avevano spinta a non anteporre più nulla a Gesù e al Vangelo: era diventata discepola seguendolo (perfino fin sotto la croce, Mt 27,56) e servendolo (cf. Lc 8,3).

E poi è venuta la morte, a spezzare la vita del Maestro, e la sua, che in quel Maestro aveva riposto ogni speranza. 

Ma al sepolcro Maria non trova ciò che si aspetta: il corpo di Gesù non è lì.

E tuttavia non comprende cosa significhi questa assenza, per lei è solo segno di un terribile furto, come ripete per ben tre volte (vv 2.13.15). Al punto che non arriva a riconoscere nemmeno la presenza di Gesù accanto a lei: come a dirci che non basta vedere il Signore per arrivare a riconoscerlo, occorre invece che lui ci raggiunga, occorre sentirsi da lui chiamati per nome (“Maria!” v. 16), in modo personalissimo. 

Occorre essere come quelle pecore che “ascoltano la voce [del pastore], egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori” (Gv 10,3). E Gesù Risorto finalmente conduce fuori dal suo dolore Maria, finalmente lei può riconoscerlo, può smettere di cercare un cadavere per trovare il Risorto. Può smettere di cercare ostinatamente quel Gesù del suo passato, per trovare quel Gesù Risorto che apre al futuro di Dio. 

Maria non potrà trattenere Gesù, occorre che comprenda che “risorgere significa tornare al Padre, non ad una esperienza passata” (B. Maggioni), ma può vivere da Risorta con lui, può volgere lo sguardo avanti e non più a un sepolcro (vv. 11-12).

Ecco allora il secondo grande movimento di Maria: “Andò ad annunciare…” (v. 18): ecco la vocazione nuova di Maria. Discepola, diaconessa (Lc 8,2-3), ora apostola. Perché l’incontro con Gesù Risorto ricrea vita, strappa alla morte. Ora davvero può gridare: “ho visto il Signore!”.

sorella AnnaChiara